28 febbraio 2014

Altre 4 carte

Oggi è stato pubblicato l'e-book Tifiamo 4, libro collettivo la cui genesi è illustrata qui da @millmr, curatore (anzi, curandero) della raccolta. Per riassumerla molto in breve, si trattava di scegliere 4 carte (foto) tra 11 che ritraggono dettagli di costa e scriverci su un racconto.
Io l'ho fatto (è a pag. 33), e dopo i quatto assi di MarianoTomatis queste sono le mie quattro carte da dedicare a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Il mio racconto l'ho scritto a metà dicembre, pochi giorni dopo il loro arresto, leggendolo credo non sia difficile capire cosa centri con il loro caso. Eccolo qui

25 febbraio 2014

12:47 strage in Fabbrica

Avvertenza: questa recensione contiene spoiler
12:47 strage in Fabbrica è un gran libro. La storia era già stata pubblicata in una versione precente a puntate su Carmillaonline, ma la versione cartacea mi è sembrata notevolmente migliore, con una geometria sullo sfondo a dar ordine alla scrittura volutamente caotica di Fattori e con un finale ancora più feroce di quello precedente.
Attraverso il protagonista l'autore ci descrive vari aspetti della vita in fabbrica, dalla catena di montaggio, agli uffici, ai momenti di socialità artificiosa in mensa o alle macchinette del caffè, tracciandone un quadro agghiacciante. Sicuramente la scrittura di Saverio Fattori, in questo come negli altri suoi libri, è deformante, ma non per questo astatta. Leggere questo romanzo è come guardare un'immagine attraverso una lente, le figure intere risultano storpiate, ma per contro si riescono a cogliere con un'assoluta nitidezza i dettagli, con la poco consolante scoperta che questi potrebbero benissimo incastrarsi nel nostro quotidiano che, per quanto apparentemente molto diverso, si finisce per dover ammettere in profondità molto simile a quello rappresentato. Nessuno può immedesimarsi in toto nel protagonista, eppure per me (penso per molti) è impossibile non rivedere sè stesso o la propria situazione nei numerosi 'ingrandimenti' di cui il romanzo è pieno, anche quando il proprio contesto lavorativo parrebbe non avere niente in comune con quello in cui si svolge l'azione.

15 febbraio 2014

Orti Garbati

Scrivo questo breve post per rivolgere una domanda ad Antonio Saitta, presidente PD della provincia di Torino. Da molti mesi lei parla di un progetto di orti urbani in regione polveriera a Susa. Ora io inviterei ad aprire Google Earth e a ricercare Susa. Nell'immagine che vi viene proposta troverete una segnalazione 'Polveriera', se andate ad ingrandirla arriverete ad un'immagine simile a quella che avevo twittato qui, ovviamente senza il cerchio rosso, quello l'ho messo io per evidenziare dove verrebbero realizzati gli "orti urbani".
Ora, su cos'è un orto penso che possiamo essere più o meno tutti daccordo, forse è sul significato di 'urbano', che c'è qualche problema in più. Secondo il dizionario Hoepli per questo termine ci sono tre definizioni. Dando per escluso che per una porzione di territorio in valsusa si possa dire che riguarda la città di Roma, ed essendo altrettanto impossibile, come si deduce dalla foto, che lei possa aver voluto intendere che questi orti hanno a che fare con la città, può spiegarci per che motivo ritiene di poter definire questi orti civili, o educati, o garbati?
Resto in attesa di una sua cortese risposta

8 febbraio 2014

Fabrizio Ruggirello

Ieri mi sono imbattuto in questa notizia.
Fabrizio Ruggirello l'avevo incontrato una sola volta, poco meno di due anni fa. C'era la prima edizione di "Una montagna di libri contro il Tav", lui era venuto, unico editore oltre a Sergio Bianchi di DeriveApprodi, e nella seconda giornata, quella delle letture itineranti, avevamo fatto tutto il percorso insieme, prima in auto da Bussoleno a Chiomonte, e poi a piedi, dal paese al presidio, intervallando marcia e letture (lui aveva anche letto un testo di Quadruppani, che preferiva lasciare il compito ad un madrelingua italiano). Era stato proprio durante l'ultima discesa verso il presidio che era avvenuto il piccolo episodio per cui l'avrò sempre presente. Eravamo appena arrivati a vista di quello che oggi e il cantiere ed allora, da quasi un anno, non era altro che un recinto vuoto e sorvegliato, dal cui interno era stata fatta scomparire qualunque forma di vita ad eccezione dei numerosi guardiani. Arrivando in vista di quello scempio Fabrizio si era fermato a guardarlo per forse un minuto, poi si era girato verso di me (ma forse verso chiunque fosse lì in quel momento) ed aveva chiesto
- Ma a cos'è che fanno la guardia? -
Ecco, questa è l'immagine che ho di lui, quella di un uomo che arriva in un luogo in cui non è mai stato prima, lo osserva per un minuto, e poi è in grado di formulare una domanda, così semplice da sembrare banale, ma così semplice da bastare a spiegare l'assurdità della situazione, riducendo a niente mesi di propaganda di tutti i grandi media che parlavano di "cantiere ormai avviato".
Di persone così ne servirebbero tante.