14 maggio 2014

Trasloco

Questo blog chiude per trasloco.
Tenere i post su un sito e i miei testi narrativi su un altro è una fatica abbastanza immotivata, per unificarli sposto il blog che continuerà qui (anche se Per il momento è ancora da finire di mettere a punto)

17 aprile 2014

Violenza ordinata

Recentemente la polizia italiana si è segnalate per due volte in quattro giorni per episodi di violenza gratuita (sabato e martedì), evidenziando una violenza sistematica delle forze dell'ordine che Marco Bascetta sul manifesto definisce "ordinaria" ma che a me pare pare più pertinente definire ordinata, in quanto la sua ripetitività evidenzia un ordine che pare difficile attribuire al caso, o a fantomatiche "mele marce". Come si faceva notare in un tweet del @LabCrash, più che alle mele bisognerebbe guardare all'albero.
Negli stessi giorni Gianni Tonelli, presidente nazionale del sindacato di polizia Sap si scaglia contro un appello sottoscritto da vari intellettuali per una manifestazione convocata per stigmatizzare lo sproporzionato accanimento della procura di Torino nei confronti di 4 notav (in carcere in regime di isolamento da mesi con l'accusa, tutta da dimostrare, di aver bruciato un compressore, negli stessi giorni in cui Marcello dell'Utri, condannato per mafia, veniva lasciato fuggire in Libano). Questi intellettuali (con particolare Erri De Luca, primo firmatario) vengono accusatida Tonelli di agire (volontariamente o meno) in modo da preparare un ritorno del terrorismo in Italia.
Lo so, non è una novità, in psicologia è un fenomeno noto, quello di attribuire ad altri le proprie intenzioni, ma pensare che quella riportata qui sopra sia una non-notizia sarebbe grave.

9 aprile 2014

Lionel Asbo

Posizionarsi su un caso limite (inventato) permette di cogliere con un solo sguardo lo stuolo di altri casi (reali) che si avvicinano a quello in oggetto, rendendolo perlappunto un limite, e non un'isola.
E' questo il meccanismo di Lionel Asbo, romanzo di Martin Amis, il cui protagonista è un concentrato del peggio che si possa pensare di un essere umano, e quindi un caso limite, e per questo utilissimo come punto di osservazione su due deserti umani: le sovrappopolate banlieus londinesi e le molto più rarefatte schiere dei neoVIP miracolati dai non talent (ma anche dal calcio). Il libro è perfetto nel rendere l'oscenità di Lionel Asbo, ma anche la pochezza di tutti coloro che gli stanno intorno, anche di quelli che si sforzano di migliorarsi, ma che nel loro tentativo sono zavorrati dal contesto, e per questo offre un quadro desolante che giustifica pienamente il sottotilo ("Stato dell'Inghilterra").

14 marzo 2014

Elettorale

Stamattina sono uscito di casa per andare al lavoro. Come al solito, andando verso la metropolitana, sono passato vicino ad una fermata del 55 (per chi è di Torino quella di corso Racconigi quasi angolo corso Vittorio), che da mesi presenta una larga zona dove l'asfalto ha ceduto, abbassandosi in alcuni punti anche di 30 centimetri. Come dicevo la situazione è questa da mesi, oggi però ho trovato il segno che il comune aveva finalmente messo in atto un'azione decisiva: aveva transennato l'area dal fondo ceduto e spostato provvisoriamente la fermata una cinquantina di metri più avanti!
Oltrepassata la fermata ho proseguito fino alla metro, ho superato gli scomodissimi cancelli, sono sceso, ho atteso la mia vettura, ci sono salito e.... sono rimasto lì. Per quasi 10 minuti le porte non si sono chiuse, la vettura non si è mossa, e dall'altoparlante non è uscito alcun tipo di comunicazione, tranne un avviso che imponeva di non abbandonare i propri bagagli all'interno delle stazioni. Alla fine anche qui c'è stato un gesto risolutivo, è stato trasmesso un messaggio che diceva che la metropolitana era 'temporaneamente fuori servizio' e tanto peggio per chi si era bruciato un biglietto attraversando i cancelli (a me è andata bene, sono abbonato).

28 febbraio 2014

Altre 4 carte

Oggi è stato pubblicato l'e-book Tifiamo 4, libro collettivo la cui genesi è illustrata qui da @millmr, curatore (anzi, curandero) della raccolta. Per riassumerla molto in breve, si trattava di scegliere 4 carte (foto) tra 11 che ritraggono dettagli di costa e scriverci su un racconto.
Io l'ho fatto (è a pag. 33), e dopo i quatto assi di MarianoTomatis queste sono le mie quattro carte da dedicare a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Il mio racconto l'ho scritto a metà dicembre, pochi giorni dopo il loro arresto, leggendolo credo non sia difficile capire cosa centri con il loro caso. Eccolo qui

25 febbraio 2014

12:47 strage in Fabbrica

Avvertenza: questa recensione contiene spoiler
12:47 strage in Fabbrica è un gran libro. La storia era già stata pubblicata in una versione precente a puntate su Carmillaonline, ma la versione cartacea mi è sembrata notevolmente migliore, con una geometria sullo sfondo a dar ordine alla scrittura volutamente caotica di Fattori e con un finale ancora più feroce di quello precedente.
Attraverso il protagonista l'autore ci descrive vari aspetti della vita in fabbrica, dalla catena di montaggio, agli uffici, ai momenti di socialità artificiosa in mensa o alle macchinette del caffè, tracciandone un quadro agghiacciante. Sicuramente la scrittura di Saverio Fattori, in questo come negli altri suoi libri, è deformante, ma non per questo astatta. Leggere questo romanzo è come guardare un'immagine attraverso una lente, le figure intere risultano storpiate, ma per contro si riescono a cogliere con un'assoluta nitidezza i dettagli, con la poco consolante scoperta che questi potrebbero benissimo incastrarsi nel nostro quotidiano che, per quanto apparentemente molto diverso, si finisce per dover ammettere in profondità molto simile a quello rappresentato. Nessuno può immedesimarsi in toto nel protagonista, eppure per me (penso per molti) è impossibile non rivedere sè stesso o la propria situazione nei numerosi 'ingrandimenti' di cui il romanzo è pieno, anche quando il proprio contesto lavorativo parrebbe non avere niente in comune con quello in cui si svolge l'azione.

15 febbraio 2014

Orti Garbati

Scrivo questo breve post per rivolgere una domanda ad Antonio Saitta, presidente PD della provincia di Torino. Da molti mesi lei parla di un progetto di orti urbani in regione polveriera a Susa. Ora io inviterei ad aprire Google Earth e a ricercare Susa. Nell'immagine che vi viene proposta troverete una segnalazione 'Polveriera', se andate ad ingrandirla arriverete ad un'immagine simile a quella che avevo twittato qui, ovviamente senza il cerchio rosso, quello l'ho messo io per evidenziare dove verrebbero realizzati gli "orti urbani".
Ora, su cos'è un orto penso che possiamo essere più o meno tutti daccordo, forse è sul significato di 'urbano', che c'è qualche problema in più. Secondo il dizionario Hoepli per questo termine ci sono tre definizioni. Dando per escluso che per una porzione di territorio in valsusa si possa dire che riguarda la città di Roma, ed essendo altrettanto impossibile, come si deduce dalla foto, che lei possa aver voluto intendere che questi orti hanno a che fare con la città, può spiegarci per che motivo ritiene di poter definire questi orti civili, o educati, o garbati?
Resto in attesa di una sua cortese risposta

8 febbraio 2014

Fabrizio Ruggirello

Ieri mi sono imbattuto in questa notizia.
Fabrizio Ruggirello l'avevo incontrato una sola volta, poco meno di due anni fa. C'era la prima edizione di "Una montagna di libri contro il Tav", lui era venuto, unico editore oltre a Sergio Bianchi di DeriveApprodi, e nella seconda giornata, quella delle letture itineranti, avevamo fatto tutto il percorso insieme, prima in auto da Bussoleno a Chiomonte, e poi a piedi, dal paese al presidio, intervallando marcia e letture (lui aveva anche letto un testo di Quadruppani, che preferiva lasciare il compito ad un madrelingua italiano). Era stato proprio durante l'ultima discesa verso il presidio che era avvenuto il piccolo episodio per cui l'avrò sempre presente. Eravamo appena arrivati a vista di quello che oggi e il cantiere ed allora, da quasi un anno, non era altro che un recinto vuoto e sorvegliato, dal cui interno era stata fatta scomparire qualunque forma di vita ad eccezione dei numerosi guardiani. Arrivando in vista di quello scempio Fabrizio si era fermato a guardarlo per forse un minuto, poi si era girato verso di me (ma forse verso chiunque fosse lì in quel momento) ed aveva chiesto
- Ma a cos'è che fanno la guardia? -
Ecco, questa è l'immagine che ho di lui, quella di un uomo che arriva in un luogo in cui non è mai stato prima, lo osserva per un minuto, e poi è in grado di formulare una domanda, così semplice da sembrare banale, ma così semplice da bastare a spiegare l'assurdità della situazione, riducendo a niente mesi di propaganda di tutti i grandi media che parlavano di "cantiere ormai avviato".
Di persone così ne servirebbero tante.

24 gennaio 2014

Il treno subacqueo

Ora che è ufficiale che la baita Clarea è compatibile col paesaggio delle due motivazioni con cui si è dichiarata la sua abusività ne resta solo una, ovvero l'essere costruita 'in area esondabile'. Che indubbiamente è un motivo valido, sarebbe idiota costruire in area esondabile, giusto?
Però c'è un piccolo dettaglio, la baita Clarea si trova oggi all'interno del cantiere per il sondaggio che, se il progetto dovesse comlpetarsi, diverrebbe un tunnel per l'accesso di servizio alla galleria ferroviaria. Questo tunnel, è bene ricordarlo, è previsto che corra per circa 3 chilometri, in discesa, fino a raggiungere la galleria principale, quella in cui doverebbero transitare i treni (in entrambe le direzioni, secondo il progetto 'low cost')
A questo punto forse è lecito chiedersi cosa potrebbe succedere se ci dovesse davvero essere un'esondazione del torrente Clarea tale da investire la baita con forza sufficiente a causare danni. Bè, sicuramente una buona parte dell'accqua che investirebbe la baita finirebbe per entrare nel tunnel di servizio ed acquistare velocità, approfittando dei 3 chilomentri di discesa priva di ostacoli, raggiungendo con pieno slancio il tunnel in cui i treni dovrebbero transitare a 220 km/h, ed a quel punto indirizzandosi verso l'uscita di Susa (in quel tratto il tunnel è previsto vada in salita da Susa verso la Francia), fino ad incocciare un treno in arrivo da Susa, o, nel migliore dei casi, ad essere raggiunta da uno proveniente dalla Francia.
A voi non sembra curioso che, a chi si è tanto preoccupato del danno che può procurare una piccola baita in una valle disabitata non si sia posto questo problema?

9 gennaio 2014

Chi paga la luce?

Questo non è nemmeno un post, prendetelo come un tweet un po' più lungo per dare una notizia.
Circa tre mesi fa il centro sociale Gabrio ha occupato un nuovo spazio per permettere al comune di bonificare l'amianto nello stabile di via Revello. Appena entrati nel nuovo stabile di via Millio gli occupanti hanno cercato di farsi intestare la fornitura di elettricità, la cosa però è risultata più complicata del previsto, tanto che solo da ieri la fornitura, prima interrotta, è finalmente ripresa. Per arrivare a questo risultato però il Gabrio ha dovuto accollarsi tutto il debito del precedente intestatario (il comune di Torino) per un ammontare di circa 2000 euro.
Tutto qui, giusto in piccolo aneddoto, in caso qualche 'disinformato' voglia ripescare la favola del comune che paga le bollette ai centri sociali.