8 novembre 2011

La metropolitana di Torino

I mezzi pubblici io li uso quando piove, se è asciutto preferisco la bicicletta. Oggi, ovviamente, mezzi pubblici. Mezzo chilometro a piedi per arrivare alla stazione Racconigi (pullman che fanno quel tragitto non ce ne sono, neanche a volerli prendere), passo gli somodissimi cancelli elttrici, che in stazioni più affollate della mia causano lunghe code, scendo le scale e, arrivato alla banchina, sento annunciare che il servizio è sospeso 'per cause tecniche'. Non dovrei stupirmene, a Torino succede ad ogni pioggia di qualche rilevanza, la stazione Porta Susa ha aperto 5 anni in ritardo perchè non si riuscivano a bloccare le infiltrazioni d'acqua nemmeno quando non pioveva, però il problema è che, da quando è in funzione la metropolitana, in corso Francia non ci sono più autobus che fanno lo stesso percorso, quindi quando la metro si blocca addio mezzi pubblici. Per fortuna stavolta il servizio è ripartito, sono risceso alla piattaforma, ho lasciato passare i primi 3 treni, troppo pieni per salirci (su come sono stati disegnati i vagoni, strettissimi, si potrebbe aprire un lungo discorso ma rimando), finalmente, sul quarto, spingendo si riesce a salire, e in qualche modo la si sfanga. Dagli altri passeggeri vengo a sapere che il blocco questa volta è durato solo un quarto d'ora.
La domanda però rimane: che utilità ha un trasporto pubblico che si blocca appena piove? I miliardi spesi per realizzare questa unica linea, molto comoda per chi gli abita o lavora vicino, inutile per la maggior parte dei torinesi, non sarebbero stati spesi meglio per comprare qualche centinaio di autobus ecologici e pagare i relativi autisti?

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