6 giugno 2012

La riservatezza delle forze dell'ordine

Stamattina sono incappato in questo video che documenta come due notav che volevano partecipare ad un presidio in solidarietà con il lavoratori della Miroglio, venuti dalla Puglia per protestare davanti alla sede centrale della loro azienda, vengano arrestati in modo inutilmente plateale. Aldià delle ragioni dell'arresto (curioso comunque confrontare le immagini del video con il modo in cui vengono riportate in articoli come quello di Repubblica), vorrei soffermarmi sull'ultima parte delvideo, quella in cui un carabiniere (dietro preciso ordine, udibile nel video) impedisce alla telecamera di riprendere.
Sarebbe bello pensare che si tratti solo di un caso isolato, ma è evidente che non è così. Numerose testimonianze riferiscono di come durante le manifestazioni chi fotografa o filma l'operato delle forze di polizia divenga spesso il bersaglio degli spari di lacrimogeni ad altezza uomo (a titolo di esempio cito i casi di Carlo Gubitosa del 3 luglio 2011 e di Alessandro Lupi il 24 luglio 2011).

Domenica scorsa, con il comitato notav Torino siamo andati a fare una passeggiata in val Clarea fino al presidio. Gli occupanti del cantiere ci hanno osservato con sostanziale disinteresse per una mezz'ora, poi, all'apparire di una telecamera professionale quattro carabinieri sono usciti dal recinto e sono venuti a identificare chi riprendeva e chi gli era vicino.
Durante il blitz per sgombrare l'occupazione dell'autostrada a Vernetto un poliziotto arriva a dire ad un giornalista che gli ricorda che in Italia esiste il dirirtto di cronaca "Per adesso no" (qui al minuto 1 e 50")
Personalmente trovo molto preoccupante che le forze di polizia pensino di non dover sottostare non solo alle leggi, ma nemmeno alla critica o all'informazione, trovo ancora più preoccupante che chi, non facendo parte di queste forze, li dovrebbe controllare (il ministro dell'interno, la magistratura che dovrebbe aprire indagini su di loro e o non lo fa o le insabbia), di fatto avalli con la propria inazione questi loro comportamenti, ma soprattutto trovo terribile che questo non sia il primo argomento di discussione nel paese, che di questa deriva autoritaria ci si preoccupi così poco.
Non ho mai verificato se la parabola della rana, che immersa nell'acua fredda e poi portata ad ebolizione non tenterebbe di scappare, corrisponda alla realtà. Però descrive bene quello che stiamo facendo noi

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