16 novembre 2012

Omologazione

Pubblico una lettera ricevuta da una mailing list, mascherando solo il nome del ragazzo.
La mia prima reazione, leggendola, è stata il disgusto per quanto sia sceso in basso uno stato che per combattere il dissenso ricorra a ritorsioni e/o minacce verso minorenni. Subito dopo però è arrivato un pensiero più razionale. Forse questa azione non va collegata a nient'altro, ma semplicemente presa come un atto a se stante, e giudicata in quanto tale.
Se così fosse vorrebbe dire che, come ipotizza l'autrice della lettera, lo stato considera il dissenso, se pubblicamente espresso, una forma di disagio giovanile, una specie di malattia da curare ed estirpare prima che sia troppo tardi.
A conti fatti, spero ardentemente che sia solo un meschino ricatto.


Ciao a tutti,

segnalo che stanno arrivando a casa convocazioni presso gli uffici di assistenza sociale, richiesti dalla Procura di Torino - Tribunale dei minorenni - per i ragazzi, minorenni appunto, che prendono parte a presidi, sit-in, volantinaggi, manifestazioni, attività No Tav, senza che ci sia una configurazione di un reato.

Si tratta di ragazzini identificati dalle forze dell'ordine, mentre, pacificamente, manifestavano in Valle di Susa.
Mio figlio *****, ancora 14enne, è stato segnalato, insieme ad altri minorenni, in quanto volantinava a Susa, a fine settembre.

Non essendoci presenza di reato, perché la Procura "segnala" i ragazzini ai servizi sociali?
Per vedere se il loro sano attivismo è sintomo di patologie o disagi familiari? Se hanno genitori violenti, oppressivi che li costringono a manifestare per diritti civili e politici?

Manifestare diviene sintomo di disagio, per i rappresentanti della legge?

Se questo non è regime, non so cos'altro dire.

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