9 dicembre 2011

Adelante (con demasiado juicio)

Il movimento cui mi riferisco nel titolo è quello notav. Ho già scritto sull'argomento (in altra forma) in questo post, ora cerco di spiegare meglio una parte delle cose che mi hanno dato fastidio.
Sono stato all'assemblea che aveva deciso (credevo avesse deciso) tempi e modi delle manifestazioni del weekend dell'immacolata, avevo preso atto del fatto che per l'8 dicembre si era deciso di fare due manifestazioni e, nei giorni successivi, avevo deciso di partecipare a quella di Susa. Non per timore che in quella della val Clarea accadessero violenze, perchè la polizia come le attua lì le può attuare altrove, ma perchè da luglio ripeto che abbiamo ogni interesse di toglierci dall'angolo in cui loro vogliono giocare la partita, che visto che aspettano una nostra mossa facciamola dove è meglio per noi, non per loro. Per la prima volta vedo indetta una manifestazione che imbocca quella strada, sarei un ipocrita a non esserci. Ok, direte, ma dov'è il punto? Il punto è che sono uscito da quell'assemblea con la convinzione che la manifestazione di Susa si facesse per causare il massimo fastidio possibile alla Sitaf, ero uscito pensando di partecipare ad una manifestazione che doveva partire alla mattina alle 9, e verosimilmente essere in autostrada entro le 11, già un po' tardi per prendere la massa degli sciatori, ma pazienza.
Nelle due settimane dall'assemblea all'8 dicembre la manifestazione viene ritardata di un'ora, e già non mi piace, poi la partenza reale tarda di quasi un'altra ora, e quando si parte ci si muove con una lentezza eccessiva persino per un corteo, tanto che si impiegano 2 ore per percorrere meno di 3 km. Finalmente si arriva all'autostrada, ma invece di entrarci dal lato dell'uscita lo si fa da quello dell'ingresso, lasciando di fatto libero lo svincolo ,e riducendo di molto il fastidio creato. In più, una volta entrati, alle ormai poche auto che si trovano lì, non viene nemmeno imposto di uscire dall'autostrada, ma le si lascia proseguire per la loro strada. Insomma, a me è sembrato che si sia fatto di tutto per creare il minimo e non il massimo danno possibile alla Sitaf, quasi che si volesse dimostrare che l'unico punto in cui si riesce di fare qualcosa di reale sia la val Clarea.
Nella marcia del 23 ottobre, ad un certo punto, si è deciso di rinunciare almeno per quel giorno al tentativo di tagliare delle reti, ritenendo sufficiente aver violato la zona rossa e raggiunto la baita. Nell'assemblea di preparazione delle manifestazioni dell'8 è stato detto, a proposito del 23, che quel giorno si è dimostrato che con quella modalità di manifestazione più di tanto non si può fare, e che quindi per raggiungere qualche risultato se ne deve adottare una diversa. Ovviamente questo non è vero (che quel fatto dimostri quella teoria), ma ho il timore che alla prossima assemblea sentirò dire le stesse cose riguardo al portare la protesta lontano dalle reti.

1 commento:

  1. Innanzitutto bel blog e complimenti per il "blues".
    Capisco il tuo "sconforto" e il velo di amarezza.
    Io personalmente ero a Giaglione, ma parto dalla tua riflessione per porre un paio di interrogativi.
    Premetto che, se dovessi ascoltare il mio cuore, bloccherei quell'autostrada un giorno sì e l'altro pure. Però mi chiedo: "Come facciamo ad uscire dal ricatto per cui ogni volta che blocchiamo un'arteria ci disintegrano mediaticamente?"
    Lo so che dovremmo fregarcene, ma nei miei 7-8 anni di movimento no tav ho capito che esista una zona grigia di simpatizzanti no tav che si lasciano influenzare anche da queste piccole cose.
    So bene che fermare quest'opera non è un "pranzo di gala", ma mi piacerebbe che riuscissimo a trovare delle articolazioni della lotta che allarghino il nostro consenso e non lo riducano. Quello che si diceva nell'assemblea in autostrada sullo "sciopero del pedaggio" mi sembra sia una strada già più interessante.
    Quanto al "fortino" in Clarea penso tu abbia ragione nel sostenere che non ci si deve chiudere lì, perché è lì che loro ci aspettano. Ma non possiamo nemmeno abbandonare del tutto l'area perché è lì che il cantiere dovrà prima o poi aprire.
    Comunque bisogna dialogare e riflettere. Perché - come ci ripetiamo - non abbiamo alternative: dobbiamo spuntarla noi.

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