4 gennaio 2013

Meno peggio

Torno a parlare di 'cambiare si può'. Stavolta non per chiedermi se votarli o meno, se partecipare, e in che modo, al loro sforzo o meno, ma per commentare un evento, che riassumo brevemente. Mi scuso in anticipo per l'abbondanza di virgolette di questo post, ma evitarle l'avrebbe reso (ancora) più prolisso.
Le assemblee di 'cambiare' avevano deciso di appoggiare la candidatura di Ingroia a certe condizioni, due delle principali erano l'accordo su un rifiuto netto ed incondizionato dell'agenda Monti e quello sulla non candidatura di esponenti di primo piano dei partiti che sostengono lo stesso candidato (Idv, Rifondazione, Comunisti Italiani, Verdi). Il 29 dicembre, in un incontro tra i tre delegati di 'cambiare', Ingroia e alcuni delegati dei partiti, il candidato premier ha chiarito che dei partiti verranno tenuti fuori i simboli, ma non i dirigenti (solo Rifondazione si era detta disponibile al passo indietro, se anche gli altri avessero fatto altrettanto), e che non era possibile escludere a priori un'alleanza col PD, che dell'agenda Monti è uno dei principali sostenitori.
In seguito a questa presa di posizione i tre delagati hanno dichiarato che per loro non c'erano le condizioni per l'accordo, ma che avrebbero rimesso la proposta agli 'iscritti' di 'cambiare' (vedi questo articolo di Chiara Sasso). C'è stata una votazione online, di cui non sono riuscito a trovare i risultati esatti ma in cui, dai commenti ritrovati sul sito e in giro per la rete, mi sembra di aver ricostruito che favorevoli all'accordo siano stati il 60% (e comunque sono ragionevolmente certo che siano stati la maggioranza).
Quindi 'cambiare' andrà alle elezioni, sostenendo Ingroia. Questo probabilmente porterà a vari spiacevoli fenomeni (per esempio una divisione in due subito dopo le elezioni, con gli eletti di 'cambiare' e rifondazione all'opposizione e quelli degli altri partiti a sostenere il pd), ma non è di questo che mi interessava parlare.
A me interessa parlare dell'esito della votazione. Il punto, per me, è che quella votazione ha sancito l'ennesima ricerca del 'meno peggio' (che, per definizione, è pur sempre un male), questa volta da parte di un movimento nato da poco (1 anno, se lo intendiamo come prosecuzione di Alba), con l'obbiettivo di cambiare tutto o quasi. E che si rassegna a cercare solo di limitare i peggioramenti, rinunciando a ogni speranza di miglioramento.
Per me è doloroso, ancora di più dopo la meritoria (coraggiosa è troppo?) risposta data dai tre delegati ad Ingroia, constatare come il ragionamento TINA abbia sfondato anche fra le parti migliori della società. E' indubbiamente vero che Bersani e Monti non sono la stessa cosa, che fra due termini di confronto c'è sempre un meno peggio, ma bisogna cheidersi fino a quando sia significativo.
Nella logica matematica la base classica è quella della dicotomia vero/falso. In varie circostanze siè riscontrato che ragionare su questa base funziona, ma fino ad un certo punto, e per andare oltre è stata sviluppata la logica fuzzy (increspata, sfocata) in cui invece i valori di verità non sono solo più vero (1) e falso (0) ma anche tutti i valori intermedi. Questa innovazione ha permesso di descrivere con maggiore accuratezza una serie di fenomeni, siccome però l'obiettivo della scienza è di formulare previsioni, ci si è presto resi conto che con questo approccio questa previsione risulta molto difficile. Semplificando molto, rispetto alla logica classica la fuzzy descrive meglio i fatti, ma è meno utile per prendere decisioni. Una soluzione al problema è stata trovata evolvendo ancora la logica fuzzy, permettendo la definizione di 'soglie di ininfluenza', cioè di soglie al di sotto (o al di sopra) delle quali distinguere tra due valori non identici è superfluo. In altre parole è scegliere di considerare vera un'affermazione che i calcoli definiscono "vera al 98%" (o al 90, o al 99, dipende dalle soglie scelte).
Come sempre la logica formale non fa altro che tentare di schematizzare i ragionamenti che nella pratica quotidiana vengono considerati corretti, quindi il concetto che, anche se è vero che tra due scelte diverse ne esisterà sempre una migliore (o meno peggiore) dell'altra, oltre un certo livello di similitudine cercare di distinguere tra le due è nel migliore dei casi inutile (e nella pratica quasi sempre dannoso, se non altro perchè porta a sprecare tempo ed energie), non è un concetto nuovo ma un qualcosa che si dava per normale e giusto.
Come mai adesso non è più così?

Aggiornamento: sono stati pubblicati i risultati della votazione. Riassunto ipersintetico
Hanno votato 6.908 su circa 13.200 aventi diritto al voto
4.468 SI (64,7%%)
2.088 NO (30,2%%)
352 astenuti (5,1%%)

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